Gruppo di lavoro: il ruolo del RAF nella governance delle banche

    Coordinatori: Marina Brogi, Antonio Ricciardi, Diego Onorato.
    Aprile 2017: pubblicato il position paper
    19 settembre 2016. Redatto documento di aggiornamento (pubblicato nella sezione sottostante)
    Giugno 2016. Predisposto il verbale del primo incontro svoltosi il 17 maggio (pubblicato nella sezione “documenti acclusi).
    Aprile 2016. Introduzione ai lavori
    Fin dall’introduzione dei principi fondanti emanati dal Financial Stability Board e dall’entrata in vigore a giugno 2014 dei requisiti normativi previsti dal XV aggiornamento della Circ. 263/2006 di Banca d’Italia (poi recepiti nella Circ. 285/2014-15), il RAF è diventato uno strumento gestionale di fondamentale importanza nella definizione delle linee strategiche e nei processi di governance dei rischi delle banche e dei processi decisionali di investimento e gestione del balance sheet.
    La definizione del set di indicatori, delle metodologie di definizione delle soglie di tolleranza e l’integrazione delle metriche RAF, da un lato, con i processi di pianificazione e controllo e, dall’altro, con i processi di misurazione dei rischi e di gestione dei limiti, rappresentano alcuni tra i temi (metodologici ed operativi) di crescente attualità alla luce dell’evoluzione del contesto di riferimento del sistema bancario italiano ed internazionale.
    L’evoluzione dei fattori di rischio impliciti nello scenario macro-economico e finanziario, le modifiche del contesto regolamentare (es. evoluzioni nei processi ICAAP, ILAAP e SREP e introduzione della BRRD) e la crescente difficoltà nello sviluppo di strategie di business sostenibili, hanno infatti presentato crescenti complessità che hanno portato le banche a recepire nei rispettivi RAF la gestione integrata di diversi profili di gestione e performance (capital adequacy, asset quality, liquidità di breve e strutturale e profitability) con l’esigenza di tradurre le strategie di pianificazione del balance sheet in impatti sulle posizioni di rischio e di sviluppare metodologie di stress testing integrate in grado di modellizzare stress dinamici e simultanei dei rischi (di natura sistemica e idiosincratica), supportando l’identificazione di trigger event a cui condizionare l’attivazione di azioni manageriali di presidio e controllo del rischio.
    Per questi motivi AIFIRM promuove un gruppo di lavoro (coordinatori accademici, Marina Brogi dell’Università Sapienza di Roma e Antonio Ricciardi dell’Università della Calabria) volto a esplorare le logiche di disegno del RAF, i meccanismi di funzionamento e le modalità di interazione con gli altri processi di governance aziendale delle banche, con l’intento di mettere in luce i passaggi critici, gli accorgimenti necessari, i principali punti di attenzione nelle fasi di implementazione, anche attraverso la produzione di un position paper.
     

    Gruppo di lavoro: impatto dei nuovi standard ISFR9

    Coordinatore: Andrea Resti.
    14 aprile 2016. Redatto  il verbale della prima riunione.  Il verbale è disponibile nella sottostante sezione.
    Introduzione ai lavori
    Dal 2018 il nuovo principio contabile IFRS 9 sostituirà l’attuale standard in materia di rilevazione e valutazione degli strumenti finanziari (IAS 39). Il “vecchio” principio si è rivelato fragile di fronte alla crisi finanziaria. L’idea che i margini di guadagno futuri fossero sufficienti a coprire la rischiosità delle esposizioni creditizie “sane” ha condotto a movimenti fortemente prociclici, non adeguatamente anticipati in termini di accantonamenti a copertura del rischio. Il nuovo IFRS 9 promuove un salto di qualità, cercando di rendere più equilibrato e perspicace il trattamento delle esposizioni correnti. Da un lato, anche per i crediti totalmente performing si introduce un obbligo di accantonamento prudenziale, ancorché limitato alla copertura del rischio di default del solo anno successivo; dall’altro, si prevede un livello intermedio tra “sani” e “malati”, dando separato risalto a quelle esposizioni che, pur non versando in uno stato di difficoltà conclamata, evidenziano un sensibile incremento di rischio rispetto alle condizioni iniziali (tanto da far ritenere che lo spread originariamente concordato col debitore non sia più sufficiente a compensare le perdite attese in futuro). Adattare il portafoglio di investimenti e prestiti al nuovo schema di svalutazioni richiede l’elaborazione di nuove metriche di rischio e la loro calibrazione sulla base di dati quanto più possibile estesi e robusti. La migrazione dal vecchio al nuovo sistema è destinata a produrre effetti per il conto economico – in particolare nell’anno di prima applicazione – e per il patrimonio delle banche. Il diavolo si nasconderà, come spesso succede, nei dettagli. Per questo motivo AIFIRM promuove un gruppo di lavoro (coordinatore accademico, Andrea Resti dell’Università Bocconi) rivolto a esplorare l’interazione tra parametri di rischio gestiti dai risk manager e svalutazioni dei crediti ai sensi dell’IFRS 9, con l’intento di mettere in luce i passaggi critici, gli accorgimenti necessari, i possibili effetti indesiderati, anche attraverso la produzione di un position paper.

    Gruppo di Lavoro: Monitoraggio e Controllo Andamentale Rischio di Credito

    Coordinatore: Fernando Metelli

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    Dicembre 2014. Come deciso dal Gruppo di Lavoro, si avvia la revisione critica del documento prodotto e validato a giugno 2014. Con l’occasione, si è deciso di avviare un percorso congiunto con gli amici dell’AIIA (Associazione Italiana Internal Auditors) al fine di condividere i principi generali del monitoraggio sul credito, sia dal punto di vista dei controlli di secondo livello che da quello dei controlli di terzo livello.

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    Giugno 2014. Il Consiglio AIFIRM ha approvato il documento in cui è espressa la posizione associativa in merito a controllo andamentale del credito e monitoraggio.
    Data l’attualità del tema e la relativa novità del modo in cui è stato posto all’interno della comunità del risk management, il position paper – proprio perchè inteso come formulazione di best practice – rappresenta un “obiettivo a tendere”: la funzione di controllo dei rischi ne modulerà l’attuazione in funzione della specifica realtà aziendale in cui opera.

    Il gruppo di lavoro conviene sull’obiettivo di rivedere il lavoro entro fine anno, anche alla luce dell’esperienza attuativa maturata nel frattempo.

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    Febbraio 2014. E’ operativa la Commissione Rischio di Credito – Monitoraggio e Controllo Andamentale Rischio di Credito: elenco dei partecipanti.
    Introduzione ai lavori. La Commissione nasce prendendo spunto dalle disposizioni di Vigilanza, in cui è previsto che la funzione di controllo rischi (risk management function) tra l’altro, verifichi il corretto svolgimento del monitoraggio andamentale sulle singole esposizioni creditizie; la prescrizione in questione rimanda all’Allegato A, par. 2 della Circ.263 (Tit.V, Cap.7).
    La Commissione considera il tema in questione di particolare importanza poiché:

    • il rischio di credito è al centro dell’attenzione a causa di una congiuntura negativa protrattasi più del previsto;
    • le attività di Asset Quality Review che saranno svolte nel corso del 2014, sebbene impattino direttamente su un numero ristretto di grandi banche italiane, condizioneranno scelte e comportamenti di tutti gli intermediari creditizi;
    • il tema del monitoraggio di questo rischio è stato trattato dalle recenti nuove disposizioni di Vigilanza in materia di ”sistema dei controlli interni”;
    • si è notata una elevata eterogeneità di comportamenti e scelte organizzative, specialmente nelle banche di dimensioni medio-piccole.

    Si ritiene che tutto ciò potrebbe condurre – nel momento in cui si è chiamati ad attuare la nuova normativa di Vigilanza sul sistema dei controlli Interni” – a eccessiva varietà di metriche nel sistema bancario, conseguente dispersione di responsabilità e confusione di ruoli. La Commissione esprime la convinzione che l’efficacia necessaria perché l’impresa produca redditi in continuità d’esercizio debba necessariamente basarsi sull’efficienza dei processi produttivi e sul conseguimento di adeguate economie di scala.
    Va da sé che le soluzioni organizzative devono prioritariamente mirare all’aumento di efficacia dell’azione di monitoraggio, attribuendo alla funzione Risk Management i “corretti” compiti, evitando che alcuni compiti siano impropriamente svolti dalle funzioni cui spettano i controlli di primo livello. AIFIRM ritiene che l’efficacia debba essere conseguita nel ragionevole rispetto del vincolo rappresentato dai costi.
     La Commissione intende conseguire essenzialmente due obiettivi:

    1. descrivere le attività dicontrollo andamentalee dimonitoraggio del credito” associando ad entrambe i principali controlli di “primo livello” e di “secondo livello”;
    2. approfondire soluzioni attuative alla luce delle disposizioni organizzative, delineando, ove possibile, soluzioni organizzative con chiare allocazioni di responsabilità, evidenziando criticità e vincoli esistenti nelle attuali organizzazioni bancarie.

    Nel conseguimento dei due obiettivi, s’intende:

    • assicurare, per quanto di competenza, la piena attuazione della normativa di Vigilanza,
    • evitare, per quanto possibile, duplicazione di attività e costi ridondanti,
    • contribuire alla razionalizzazione dei processi organizzativi incrementandone l’efficacia.

    E’ fondamentale concorrere al conseguimento di un effettivo aumento della capacità di controllo del credito, nel rispetto delle indicazioni di vigilanza. In particolare, s’intende ribadire il ruolo della risk management function non come mero produttore di dati, ma come parte integrante del processo di gestione del credito: la diffusione di una corretta informazione sui fenomeni di rischio, da parte del risk management, non unicamente finalizzata a descrivere l’evoluzione del rischio e l’adeguatezza dei presidi, deve essere anche finalizzata a stimolare le unità operative ad auto-valutarsi, a rafforzare i comportamenti virtuosi e correggere quelli nocivi, anche facendo emergere best-practice interne che favoriscono un continuo miglioramento nei processi.

    Gruppo di Lavoro: Stress testing e rischio sistemico

    Coordinatori: Fabio Salis e Pietro Penza

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    Ottobre 2014. E’ operativa la “Commissione Stress Testing e Rischio Sistemico”.
    Introduzione ai lavori. Nell’ambito del Comprehensive Assessment in fase di conclusione da parte della BCE sui principali istituti bancari europei, un focus particolare ha riguardato “la tenuta” delle misure di rischio di credito in condizioni particolarmente avverse. Notevoli interconnesioni sussistono tra stress testing e componente sistemica del rischio, valutata all’interno del nuovo framework di Basilea III. La Commissione si pone l’obiettivo di analizzare queste tematiche, approfondendo in particolare le possibili ricadute sul fronte regolamentare e gestionale per le banche italiane.
    Giugno 2014. In occasione del convegno ABI – Basilea III è stato predisposto il documento “Rischio Sistemico e Stress Test”. Si invitano i partecipanti alla Commissione a prenderne visione in preparazione dell’incontro che sarà pianificato nel mese di novembre 2014.

    Gruppo di Lavoro: Stima del rischio di credito delle banche e relativo stress testing

    Coordinatori: Paolo Giudici e Fabio Salis

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    Aprile 2014. E’ operativa la “Commissione Stima del rischio di credito delle banche e relativo stress testing”.
    Introduzione ai lavori.
    In parallelo con lo svolgimento della Asset Quality Review da parte della BCE, il gruppo di lavoro si propone di pervenire alla stima della probabilità di insolvenza delle banche italiane, comparativamente a quelle europee, raccogliendo ed utilizzando i dati disponibili: di bilancio, di mercato, nonchè i giudizi  degli analisti e delle società di rating. Tale stima dovrebbe permettere di individuare, oltre alle determinanti idiosincratiche della solvibilità, anche quelle sistemiche, indotte dalle correlazioni fra le banche, spesso indotte dalla comune  appartenenza allo stesso “sistema paese”. Con le stime ottenute potranno essere effettuate analisi di simulazioni di scenari di stress, al fine di meglio valutare la resilienza del sistema bancario italiano.
    Giugno 2014. In occasione del convegno ABI – BasileaIII è stato predisposto il documento “Rischio Sistemico e Stress Test”. Si invitano i partecipanti alla Comissione a prenderne visione in preparazione dell’incontro che sarà pianificato nel mese di settembre 2013.
     

    Gruppo di lavoro: Prudent Valuation

    Coordinatori: Marco Bianchetti, Umberto Cherubini

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    Marzo 2016: i lavori terminano con la consegna del documento AIFIRM “Prudent Valuation: Guidelines and Sound Practices” e la sua pubblicazione sul sito
    2 dicembre 2015. Relazione di aggiornamento e conclusione lavori alla XI Convention AIFIRM
    20 novembre 2014. Relazione di aggiornamento alla X Convention AIFIRM
    27 giugno 2014. Si è svolta la quinta riunione della Commissione. Il verbale è disponibile nella sottostante sezione.
    26 maggio 2014. Si è svolta la quarta riunione della Commissione presso Unicredit, sede di Milano. Il verbale è disponibile nella sottostante sezione.
    17 aprile 2014. Si è svolta la terza riunione della Commissione presso Intesa Sanpaolo, sede di Milano. Il verbale è disponibile nella sottostante sezione.
    14 marzo 2014. Si è svolta la seconda riunione della Commissione presso Intesa Sanpaolo. Il verbale è disponibile nella sottostante sezione.
    Febbraio 2014. La prima riunione della Commissione si è svolta venerdì 7 febbraio, presso Intesa Sanpaolo, Milano. E’ stato prodotto un documento di progetto, disponibile in allegato, che funge anche da verbale dell’incontro.
    Si avvisa che la commissione si è dotata di una mailing list e di una cartella condivisa. Per maggiori informazioni, contattare il coordinatore marco.bianchetti@intesasanpaolo.com.
    Gennaio 2014. E’ in fase di avvio il Gruppo di lavoro “Prudent Valuation” nell’ambito della Commissione Rischio di Mercato.
    Introduzione ai lavori.
    La Capital Requirements Regulation (CRR) in vigore dall’1 gennaio 2014 definisce (art. 34 e 105) gli obblighi per le istituzioni finanziarie relativi agli aggiustamenti di valutazione prudenziali delle posizioni misurate al fair value, da detrarre dal common equity tier 1 capital.
    L’European Banking Authority (EBA) ha pubblicato in luglio 2013 un Consultation Paper contenente un draft Regulatory Technical Standards (RTS) e organizzato un primo Quantitative Impact Study (QIS) terminato il 15 novembre 2013. La finalizzazione dei RTS è prevista per il Q2 2014, e la loro approvazione da parte dell’UE per il Q3 2014.
    L’EBA prevede due modalità di approccio alla prudent valuation: il “simplified approach”, applicabile dalle istituzioni con somma dei valori assoluti di attività e passività valutate al fair value inferiore a €15 miliardi, molto semplice ma punitivo, e il “core approach”, che richiede il calcolo di nove diverse categorie di Additional Valuation Adjustment (AVA).
    Il calcolo degli AVA, con le indicazioni attualmente fornite dai regulators, ed in mancanza di una prassi di mercato, pone una serie di criticità legate all’incertezza sulla data di prima applicazione, sul perimetro di applicazione, sulla definizione, sui dati e gli algoritmi necessari al calcolo concreto degli AVA.
    Il Gruppo di Lavoro AIFIRM si propone di elaborare e pubblicare un Position Paper volto ad approfondire il tema della prudent valuation, a declinare il significato degli AVA, a sviluppare pratiche operative di calcolo, ad affrontare le conseguenze organizzative. Il Position Paper AIFIRM si propone di rappresentare la documentata opinione dei risk manager italiani e di contribuire a stabilire una best practice nazionale ed internazionale.
    Per ulteriori approfondimenti sulla Prudent Valuation e sul Gruppo di Lavoro AIFIRM si faccia riferimento al documento Abstract e impostazione dell’attività, ed ai riferimenti normativi e bibliografici ivi contenuti.
    Per contatti: Segreteria associativa.

    Gruppo diLavoro: Rischio Operativo

    Coordinatori: Davide Bazzarello e Giampaolo Gabbi

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    Introduzione ai lavori.
    La diffusione dei sistemi informatici in tutti i processi aziendali bancari, dalla produzione alla distribuzione dei servizi, impone da tempo la valutazione dei rischi operativi associati. Più recentemente, con il 15° aggiornamento della Circolare n. 263 pubblicata il 2 luglio 2013, si introducono disposizioni attinenti alla “information and communication technology”, ovvero le risorse tecnologiche – hardware, software, dati, documenti elettronici, reti telematiche – e alle risorse umane dedicate alla loro amministrazione, con implicazioni e responsabilità che coinvolgono diversi presidi di controllo interno, dall’organo con funzione di supervisione strategica alle funzioni aziendali di controllo cui è assegnata la funzione di controllo dei rischi (risk management function).
    Quest’ultima deve garantire che l’organo con funzione di supervisione strategica e l’organo con funzione di gestione possano assumere le rispettive  responsabilità in materia di governo e organizzazione del sistema informativo, in particolare l’approvazione delle strategie di sviluppo del sistema informativo, la policy di sicurezza informatica, lo sviluppo, la condivisione e l’aggiornamento di conoscenze in materia di ICT all’interno dell’azienda, il quadro di riferimento organizzativo e metodologico per l’analisi del rischio informatico, la propensione al rischio informatico, la data governance, nonché la valutazione del rischio delle componenti critiche nonché la relazione sull’adeguatezza e costi dei servizi ICT.
    Il gruppo di lavoro AIFIRM si propone di elaborare e pubblicare un Position Paper volto a identificare le modalità di misurazione del rischio tecnologico nell’ambito dell’operational risk management, sia per banche con modelli interni validati (AMA), sia per banche con approcci base e standard.
    In particolare, la finalità è evidenziare le migliori soluzioni, anche con un principio di proporzionalità, per la valutazione del rischio potenziale cui sono esposte le risorse informatiche esaminate, con riferimento alle iniziative di sviluppo di nuovi progetti e di modifica rilevante del sistema informativo.
    Per ulteriori approfondimenti sull’argomento si faccia riferimento a: “Banca d’Italia. Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche. Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 – 15° aggiornamento del 2 luglio 2013”.
    Per informazioni, si prega di contattare la Segreteria.

    Gruppo di lavoro: Calibration e Backtesting

    Coordinatori: Silvio Cuneo, Giacomo De Laurentis.
    Ottobre 2015. Pubblicato verbale di riunione dell’incontro del 30 settembre 2015.

    Giugno 2015. Pubblicato verbale di riunione dell’incontro di maggio 2015. Il successivo incontro è fissato per il 25 settembre a Milano.

    Gennaio 2015. Si è tenuto, in data 21 gennaio 2015, il secondo incontro del gruppo di lavoro: verbale di riunone.
    Novembre 2014. E’ convocata la riunione della Commissione per il 21 gennaio 2015, ore 10 a Milano. I dettagli logistici saranno comunicati a breve. L’agenda di massima della riunione è:

    • presentazione e discussione di una bozza di questionario predisposta da Marco Salemi;
    • illustrazione di un possibile framework metodologico a cura di Giacomo De Laurentis e Silvio Cuneo.

    Marzo 2014. A seguito della riunione di Commissione, è stato prodotto il verbale di riunione, disponibile in allegato: Verbale di riunione
    Gennaio 2014: è in fase di avvio il Gruppo di lavoro “Calibration e  backtesting” nell’ambito della Commissione Rischio di Credito
    Introduzione ai lavori.
    Calibration e back testing non sono ancora sufficientemente consolidati. Il BIS WP 14 sembra presupporre rating PIT mirati ad un orizzonte temporale annuale. Tuttavia, durante la crisi, i sistemi di rating hanno evidenziato, ad un tempo, un forte contenuto prociclico e una sottostima dei tassi di default successivamente realizzatisi
    Il 18 Febbraio 2010 a Londra, il Consultative Panel creato presso il CEBS riportava nell’intervento di Davide Alfonsi le proprie analisi sul tema, proponendo tre alternative, tuttavia caratterizzate da rilevanti pros e cons.
    Backtesting, calibrazione e logiche di assegnazione dei rating (nel continuum che va da PIT a TTC) dovrebbero essere coordinate.
    Poichè i medesimi sistemi di rating  dovrebbero essere usati sia a fini gestionali sia a fini regolamentari, ma le proprietà ottimali per le due finalità sono spesso in contrasto (De Laurentis Maino Molteni, Internal ratings, Wiley, 2010, p.311), è necessario approfondire la separabilità e le interconnessioni tra scelte di assegnazione e scelte di calibrazione e backtesting dei modelli.
    Il gruppo di lavoro AIFIRM si propone di elaborare e pubblicare un Position Paper volto a identificare le finalità dei rating e la loro natura nella prassi bancaria, mappare le modalità di calibration rispetto alle logiche di assignment e alle finalità dei rating, identificare i test più adeguati per la calibration nei diversi casi, identificare un framework unitario per coordinare assignment, calibration e backtesting.
    Per ulteriori approfondimenti sull’argomento si faccia riferimento ai documenti allegati di seguito.
    Per contatti: Segreteria associativa

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    Il Gruppo di Lavoro rende disponibile la documentazione bibliografica di seguito raccolta.

    Gruppo di lavoro: Rischio Parametro

    La Commissione Rischio Parametro (elenco dei partecipanti nella pagina dedicata) ha concluso le attività.
    Presentazione del lavoro: Prefazione di Francesco Saita e Paolo Giudici.
    “Uno degli effetti chiari della crisi dei subprime americani prima e del debito sovrano poi è stato quello di rendere evidente a chiunque il ruolo centrale dei processi e della funzione di risk management all’interno della banca. A fronte di una centralità evidente, la funzione di risk management è peraltro sottoposta a sollecitazioni continue da più parti, per effetto sia dei numerosi e non ancora terminati interventi di ri-regolamentazione che hanno fatto seguito alla crisi, sia dell’intensificarsi dell’attività ispettiva e di controllo da parte delle autorità di supervisione, sia della maggiore interazione richiesta sia con i vertici aziendali che con gli stakeholder esterni alla banca, a cominciare dai suoi azionisti. In questo ambito in Italia AIFIRM offre da tempo una serie di importanti occasioni di dibattito circa i temi più rilevanti per la funzione, con lo sforzo di continuare a offrire stimoli al miglioramento delle best practices in un’area di così vitale importanza per la gestione della banca. Nell’ambito della sua attività, che comprende da tempo l’organizzazione di incontri tematici nell’arco dell’anno, di una convention annuale e di una newsletter con contributi tecnici offerta agli associati, sono state da poco istituite anche delle Commissioni tecniche volte a sviluppare analisi più approfondite e condivise su tematiche ritenute di particolare interesse.
    Tuttavia, proprio perché la funzione di risk management è così rilevante, vi sono non pochi casi in cui è importante che il dibattito su alcuni temi si estenda anche al di fuori delle professionalità che operano nel mondo del risk management in senso più stretto. Questo è certamente il caso per il tema analizzato in questo primo rapporto di una Commissione tecnica dell’AIFIRM, e dedicato al tema del rischio di parametro (o basis risk) nell’offerta di mutui. Il rapporto, che è stato prodotto da un’ampia commissione composta da membri di AIFIRM appartenenti sia a banche che a società di consulenza, ha il pregio di portare l’attenzione su un tema estremamente delicato e critico da alcuni anni a questa parte e ad ora irrisolto: in un contesto in cui il tasso di raccolta delle banche è divenuto più legato al livello dei tassi dei titoli di Stato italiano che a quelli del mercato interbancario all’ingrosso, quali sono le implicazioni di continuare a indicizzare a Euribor i mutui offerti? E quali sono le conseguenze per le banche, e per la loro capacità di offrire credito a medio-lungo termine, di tale mismatch nella sensibilità ai tassi di raccolta e di impiego alla luce anche della possibilità per il cliente di estinguere il mutuo anticipatamente sulla base del principio di portabilità?
    Analizzare questo aspetto non è rilevante solo per un ristretto numero di esperti: infatti, esso inevitabilmente contribuisce a condizionare la possibilità stessa per la banca (in un contesto più complesso sia per le condizioni di mercato che per la graduale entrata in vigore delle norme relative al rischio di liquidità) di offrire credito a medio-lungo termine, mantenendo contemporaneamente sotto controllo il livello dei rischi di liquidità e di tasso di interesse. I membri della Commissione tecnica, che hanno prodotto il rapporto, hanno voluto anche presentare alcune prime riflessioni sui alcuni pro e contro di scelte di indicizzazione dei mutui alternative rispetto all’Euribor. L’obiettivo del lavoro della Commissione, tuttavia, non è tanto quello di pretendere di proporre una soluzione univoca e immediata al problema, ma quello di evidenziare l’estrema rilevanza del tema discusso e la necessità di iniziare un dibattito più ampio che coinvolga anche soggetti diversi dalle banche stesse per identificare possibili vie d’uscita dalla situazione attuale, nell’interesse non solo della gestione interna delle banche ma anche dell’economia nel suo complesso.”
    L’intero documento è disponibile in allegato.
    Per eventuali richieste e osservazioni, si prega di contattare la Segreteria tramite email.
     

    Commissione Banche medio piccole: LGD

    15/02/2013. E’ stata avviata la Commissione Banche Medio Piccole “Loss Given Default“.
    L’argomento maggiormente prescelto quale primo approfondimento della Commissione AIFIRM banche medio – piccole è stato “Il documento in consultazione di Banca d’Italia sul tema delle perdite storicamente registrate sulle posizioni in default – LGD”.
    Scopo di tale documento è la costruzione di un archivio che raccolga dati sull’attività di recupero dei crediti svolta dagli intermediari vigilati, che permetta di calcolare i tassi di perdita registrati storicamente sulle posizioni deteriorate (default).
    La costruzione di tale archivio è funzionale alla stima delle expected losses che tutti gli intermediari saranno chiamati ad effettuare nell’ambito del nuovo modello contabile di impairment che costituirebbe l’attuale modello incurred losses previsto dallo IAS 39.
    Difatti, l’andamento dei mercati degli ultimi anni ha spinto lo IASB a ripensare le regole in materia di strumenti finanziari, prevedendo un nuovo standard, l’IFRS 9 Financial Instruments, che da gennaio 2015 sostituirà l’attuale IAS 39, Financial Instruments Recognition and Measurement.
    La proposta di modifica nasce dall’esigenza di formulare uno standard contabile più rispondente al contesto economico di riferimento, cercando di realizzare alcuni fondamentali obiettivi: semplificazione dei criteri di classificazione e misurazione degli strumenti finanziari; riduzione della complessità delle regole di hedge accounting; sviluppo di un coerente impairment approach
    Per quanto concerne il mondo delle Banche di Credito Cooperativo, la ricerca d’informazioni statistiche riguardo i tassi di perdita registrati storicamente sulle posizioni deteriorate è tematica non sconosciuta, anche se, probabilmente, la costruzione di tale “Archivio delle perdite storicamente registrate sulle posizioni in default – LGD”, unita al rilevante impatto complessivo sul conto economico derivante dal deterioramento della qualità del credito nell’attuale fase economica, può dare un impulso del tutto nuovo all’analisi della LGD e alla sua “gestione”.
    Tale disposizione rappresenta un passo epocale ed una svolta culturale per le Banche di Credito Cooperativo che sapranno orientare tale passaggio al miglioramento delle perfomance di contenimento del rischio di credito.
    20/03/2013. Pubblicato il documento LGDpdf
    25/03/2013. Il documento “LGD” è stato inviato all’Autorità di Vigilanza