Climate Stress Test: un primo passo verso una gestione integrata dei rischi climatici e ambientali


Dicembre 2021

Coordinatori: Elisabetta Gualandri (Università di Modena e Reggio Emilia), Nicola Morandin (Unicredit),
PMO: Prometeia (Maurizio Pierigè), supervisione a cura di Corrado Meglio (Vice Presidente AIFIRM)
La BCE ha comunicato a novembre 2020 le proprie aspettative in merito alla gestione e alla disclosure dei rischi climatici e ambientali nella “Guide on climate-related and environmental risks”, riportando in particolare una specifica expectation (n. 11) in merito al fatto che le banche con materiali rischi climatici e ambientali valutino l’appropriatezza dei processi e delle metodologie di stress testing e procedano ad incorporare questi rischi nelle loro analisi di scenario (base e/o stressate). BCE si aspetta inoltre che gli enti considerino tali rischi nell’ambito della formulazione e attuazione della propria strategia aziendale e
dei propri di processi di governance e gestione del rischio.
Nel corso del 2021 la BCE ha inoltre dato seguito al proprio piano di adeguamento della vigilanza
prudenziale attraverso tre iniziative:

  • un self-assessment richiesto a 112 significant banks in risposta alle (13) supervisory expectations contenute nella guida (cfr. nota 1);
  • l’avvio del primo stress test climatico, con requisiti differenziati in base all’applicazione del principio di proporzionalità;
  • la comunicazione di una temathic review (da avviare nel 2022), relativa alle practices di risk management sui rischi climatici e ambientali e alla loro integrazione nella definizione delle strategie;

apprestandosi così ad una progressiva integrazione dei rischi climatici e regolamentari nel processo SREP e, a tendere, nella definizione dei requisiti di pillar 2.
A fronte di questa evoluzione del contesto le banche si trovano oggi a fronteggiare due diverse sfide; nell’immediato evolvere i rispettivi framework di stress test per gestire le complessità metodologiche, operative ed organizzative imposte dalle peculiarità di un (nuovo) framework regolamentare di “Climate stress test 2022”. In seconda battuta, a valle di quest’ultimo, capitalizzare le esperienze e gli investimenti in corso (in dati, metodologie e strumenti) indirizzando coerentemente i processi di governo e di controllo impattati (con particolare riferimento all’analisi delle potenziali ricadute sui processi gestionali di governo strategico dei rischi) e strutturando adeguati processi di comunicazione agli organi direzionali.
La commissione sarà finalizzata alla stesura di un position paper con l’obiettivo di inquadrare il nuovo esercizio di stress test climatico, con l’intento di metterne in luce i principali elementi metodologici, le criticità operative, i fattori critici di successo nelle fasi di disegno e implementazione, i potenziali ambiti di evoluzione ai fini della definizione di un framework di stress test gestionale e di delineare le potenziali ricadute / contributi di questa prima esperienza ai principali processi gestionali (framework dati comune, metodologie di misurazione degli impatti degli eventi climatici e ambientali, strumentazione di supporto, reporting e disclosure, etc…).
Nota 1: la BCE ha recentemente pubblicato l’esito della supervisory review condotta sui self-assessment a fronte dei quali solo il 23 % delle Banche risulta avere effettuato prove di stress test integrando i rischi climatici e ambientali all’interno del framework metodologico, anche alcune banche hanno anticipato alcuni progressi nell’integrazione dei rischi climatici all’interno dei rispetti framework di stress test.

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